Diario
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Gli irati alla seconda.

Ancora una volta sono costretto a investire parte del mio tempo per leggere il (e rispondere al) giornale web locale che mi dedica tanta attenzione e foga inquisitoria. Evidentemente perché a corto di altri argomenti o perché oggi non c’è giunta regionale e allora di che altro parlare?
Rispondo all’autorevole firma della sig.ra Mintrone, direttrice del giornale. Sono dunque emozionato e soppeserò le parole come un vecchio doroteo.
Uno: nessuno ha mai chiesto di leggere il diario on line della Apulia Film Commission. Chi lo fa, può scegliere in piena libertà. Dunque se i signori de “L’ira del tacco” lo fanno, è perché vogliono farlo e per creare polemica e aumentare (così evidentemente sperano) il numero di connessioni e farne così più felice l’editore che, a proposito di trasparenza, non si capisce bene chi sia.
Due: l’autostima dei moralisti è tanta che, la formula retorica con la quale presentavo il mio punto di vista circa la distanza siderale che c’è tra Report e un giornale locale, viene scambiata per complimento. E allora così sia, se volete crederlo: siete bravissimi, continuate così! Tanto per voi son tutti uguali, è tutto un magna magna, sò tutti ladri e poco importa che se vado fuori dai confini regionali senta complimenti, stupore e incoraggiamenti e solo qui in Puglia, debba leggere e ascoltare i commenti negativi e critici di chi continua a non dire nel merito, ripeto, nel merito, qualcosa di vagamente utile a migliorare il nostro lavoro. E’ solo gossip bellezza.
Tre: se non me lo impedisse la mole di lavoro che c’è ancora da fare qui, farei volentieri l’addetto stampa della sig.ra Mintrone e, come primo consiglio, le suggerirei di dire a tutti chi le paga lo stipendio e perché, visto che non si conosce altro portale di informazione che non abbia pubblicità (a meno di non considerare tale, con tutto il sommo rispetto, il Vigneri group…). E poi, come noto, costo troppo.
Quattro: quella giuridica della Fondazione è una natura privatistica, dunque il CdA individua il proprio direttore sulla base del cosiddetto intuitu personae, sulla base della garanzia di un’aderenza alle proprie linee guida e degli obiettivi da raggiungere. Di tal guisa che, scegliendo il direttore, gli amministratori si giocano la faccia insieme a lui. Tale rapporto fiduciario per i ruoli apicali consente di scegliere senza gara. Così tre anni e mezzo fa sono stato scelto io, si badi bene, non da Vendola, ma da un CdA composto da consiglieri di centro destra e di centro sinistra, all’unanimità. Mi si giudica su questo o sui risultati che ho portato: questa è la differenza tra chi fa giornalismo e chi rimesta nel fango per cavarne autostima.
Cinque: in sede di CdA fu stabilito anche il compenso del direttore, pari a 65.000 oltre incombenti fiscali e cassa, che, in quanto tale, costituisce un costo per l’azienda, ma non certamente l’emolumento del collaboratore.
Sei: il mio è un diario, non ho la pretesa di farlo passare per un giornale on line. Dunque non c’è nessun pulpito da cui fare prediche, ma solo un punto di vista da affermare.
Sette: devo ripeterlo al sig. Sangerardi, che non capisce: il diario non comporta alcuna spesa per la Fondazione Apulia Film Commission.
Otto: se il suddetto giornalista avesse partecipato alla conferenza stampa di chiusura del Bif&st o se la sua testata avesse un semplice abbonamento all’Ansa, avrebbe scoperto che proprio il direttore della film commission ha consegnato alla stampa i costi puntuali e precisi del Bif&st. Ma evidentemente erano impegnati a cercare la polemica con noi.
Nove: tutto questo è tempo sprecato. Perché non c’è peggior tonto di chi non vuol capire. E per non fare più perdere tempo nemmeno a loro, smetterò di leggere “L’ira del tacco” perché sto regalando loro sin troppa gratuita pubblicità.

Fonte:L’ira del Tacco

 

Ecco, se proprio devo leggere un diario, preferisco quello di Anna Frank piuttosto che quello di Silvio Maselli. Quello della Frank l’ho letto da bambina e l’ho riletto spesso da adulta, quello di Maselli non l’avevo mai letto prima d’ora. Ma visto che sono stata allertata che sul suo ” Diario”, pubblicato sul sito ufficiale dell’Apulia Film Commission,  era stata recitata un’arringa contro di me, contro la testata on line che dirigo e contro il lavoro di un pignolo ed eccellente collega qual è Nino Sangerardi, finalmente mi sono imbattuta per la prima volta in questo diario. Bene, continuo a preferire quello di Anna Frank e, in alternativa, quello di Bridget Jones, ma questo proprio non mi acchiappa.

Ma  il punto non è questo, de gustibus non est disputandum. Nella sua arringa il direttore dell’ Apulia Film Commission definisce l’Ira del Tacco un ” portale specializzato in campagne moralizzatrici”. Resto estasiata.

Mai complimento più bello mi è stato rivolto finora. Grazie, direttore Maselli, anche se avrei preferito che lei parlasse di etica più che di morale.  Senza etica  il mondo sarebbe peggio di quello che è, ed io l’etica la esigo da tutti, da me(semplice cittadina), da lei ( direttore di una Fondazione pubblica), da Silvio Berlusconi( Presidente del Consiglio). Senza fare sconti a nessuno per campanilismo, convenienza o circostanza.
Non so se siamo riusciti finora a fare quelle che lei definisce ” campagne moralizzatrici”, ma è encomiabile averci comunque provato con grande fatica, grande impegno e tanta, tanta passione.
Ma le devo dire grazie anche per avermi inconsciamente accostata alla seria, pignola e bravissima  Milena Gabanelli. Freud direbbe che il suo è stato un lapsus ed io, manco a farlo apposta,  sono proprio della corrente freudiana.
Lei, o meglio, il suo inconscio, fa un parallelismo tra “L’ira del Tacco” e “Report”. Come le è venuto? Lei non ci ha mica paragonati al  ” Graffio” o a ” Kalispéra” ma al programma giornalisticamente più serio e ben fatto della televisione italiana!. Resto ancora una volta estasiata.
Lei , con la sua arringa, senza volerlo,  mi ha riempito di complimenti. Anche quando dice che la differenza tra noi e la Gabanelli consiste nel fatto che l’esimia collega ” sa scavare nel fango per trovare le belle notizie mentre a queste latitudini ( leggi l’Ira del Tacco) no, il giornalismo piace farlo così, a prezzi d’occasione”.
Direttore, posso osare chiederle se sarebbe disposto a farmi da ufficio stampa? Mi creda, risolverei  gran parte dei miei problemi con un supporter come lei.
Concludo, perché davvero sono commossa da tanta benevolenza nei miei confronti. Alla fine della sua arringa, caro direttore, lei si chiede se ” scrivendo su un suo blog, noi dell’Ira del Tacco non approfitteremmo per criticare le idee del Maselli medesimo, additandolo come pericoloso estremista amico di Vendola e dunque inabile a gestire una pubblica Fondazione?”.
Vede, direttore, lei nella foga della sua arringa, a me favorevole, si è definito un “amico di Vendola dunque inabile a gestire una pubblica Fondazione “. Innanzitutto complimenti, il presidente Vendola è persona squisita e ha  tutta la mia stima e considerazione come politico e come uomo.
Ma a lei, caro direttore, per evitare che qualcuno possa malignare, consiglierei di spiegare una volta per tutte se la sua carica all’Apulia Film Commission è di tipo fiduciario o se ha partecipato regolarmente  ad  una selezione pubblica. Ad maiora.

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